Il Forbes americano scrive

I vini armeni, nonostante un passato tracciato, guardano a un futuro brillante.

In una terra che assomiglia ad un incrocio tra lo Utah rurale, l’entroterra della California e il South Pass, nel Wyoming, con una capitale (Yerevan) che è una città sicura, attraente e progressita, i moderni produttori armeni di vino hanno costruito un gruppo resistente ma differenti uno dall’altro. I produttori  di chiave sono uno chef di Berkeley, un guru della moda milanese, un miliardario argentino delle infrastrutture, un laureato in MBA di Mosca e la famiglia di una vittima di Boston della passata repressione bolscevica.

Questa terra – più piccola che Belgio o, per capire meglio, simile alle dimensioni degli stati americani del Delaware e del Vermont messi insieme, ha visto negli ultimi cinque anni un’estenuante guerra di quattro giorni e una Rivoluzione di velluto che ha sostituito il governo precedente. Questo periodo ha incluso anche una rivoluzione d’ubbriacamento nei quadri di quale i wine bar nella capitale di Yerevan sono multiplicati e 25 nuove cantine sono state fondate nel solo 2018.

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I vigneti d’Armenia
Foto dal Forbes.com
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